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pronomi personali

Grammatica

Oltre alle forme attuali del pronome maschile egli, esso, lui, essi, loro nell’italiano letterario, fino all’800, ricorrono anche: ei, e’ (= egli/essi). Arcaico è anche l'uso di esso davanti a un pronome personale con funzione rafforzativa: un'offesa fatta a essolui (Vico). In poesia per la 1a.p. si può avere i’ = io. In funzione di oggetto, accanto a lo, compaiono il e‘l: Lo va cercando; il prese; a torto ‘l lasci morire. (Ariosto). Per la 4a p. oltre al clitico ci, si incontra anche ne. Nella clausola, caratteristica del toscano, egli/elli/gli è che..., il pronome ha funzione di neutro. L’allocutivo di cortesia è il voi:“Messere, voi sapete...” (Boccaccio). Ampia diffusione hanno i latinismi meco, teco, seco, pronomi comitativi. In presenza di due pronomi atoni, accanto alla sequenza odierna dat./acc. (te lo dico) troviamo anche acc./dat. (lo ti dissi). Diffuso fino all’800 è l’uso dei pronomi, come proclitici, prima di un infinito, per lei seguire (Poliziano), soprattutto se accompagnato dalla negazione: debbe uno principe non si curare (Machiavelli) e di un gerundio.

Nel toscano quattro e cinquecentesco in particolare il pronome personale è presente anche come soggetto laddove l’italiano moderno lo omette: dove vuoi tu che io vadia ora? (Machiavelli).