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Introduzione ai Percorsi

L’invenzione del sonetto risale alla scuola siciliana, probabilmente a Giacomo da Lentini. È, insieme alla canzone, la composizione più frequente e tipica della tradizione lirica italiana e persiste ancora nella produzione poetica novecentesca.

Il sonetto aulico-amoroso, ripreso dai modelli della lirica provenzale, fu perfezionato dagli Stilnovisti e raggiunse la sua forma più compiuta nel Canzoniere (circa 1370) di Petrarca, che funge da modello per i poeti dei secoli successivi (Stampa, Tasso, Marino).

La forma del sonetto è stata usata anche nella lirica comico-realistica (Cecco Angiolieri) e per esprimere contenuti satirici (si vedano i sonetti in romanesco di Belli nell’800).

Links nel glossarioallitterazioneendecasillaborimasinalefesonettostrofa.

Proposte di lettura

  • Confrontare il primo sonetto che apre il Canzoniere di Petrarca con il primo sonetto delle Rime di Gaspara Stampa.
  • Confrontare gli effetti dell’amore nel sonetto nella Vita Nova di Dante e nel sonetto 134 di Petrarca.

Tra le forme liriche più rappresentate lungo tutto l’arco della tradizione italiana, oltre al sonetto, va menzionata senz’altro la canzone (Giacomo da Lentini e Petrarca). La canzone, a partire dal ‘600 e ‘700, si evolve verso forme più libere e raggiunge con Leopardi uno schema irregolare, se paragonato con il tipo petrarchesco, dando vita alla canzone libera.
Legata quasi esclusivamente alla poesia religiosa dei primi secoli è la laude (San Francesco).
Anche la ballata conobbe ampia diffusione, sia come componimento della lirica alta, per esempio negli stilnovisti (Guido Cavalcanti), sia come forma della poesia popolare.
Il madrigale, nato nel ‘300, ebbe massima diffusione nel `500 e ‘600 (Tasso).
Di tono più sostenuto è l’ode su modello classico greco-latino, un metro di grande tradizione nella letteratura italiana a partire dal ‘500. Nella variante solenne, con tema patriottico o sacro, prende il nome di inno (Carducci e Manzoni).
Di carattere più popolare sono lo stornello e lo strambotto.
Dal barocco in poi si evolve il verso libero.

Links nel glossariocanzonecanzonettacapitoloendecasillabomadrigaleottavarimastrofaterzina.

Proposte di lettura:

La Divina Commedia (1306-1321) di Dante Alighieri è il poema fondatore della letteratura italiana. Riprende dai classici il tema della visita nell’aldilà. Il metro usato è la terzina dantesca.

In Italia il poema epico-cavalleresco si sviluppò alla fine del ‘400. Centro propulsore fu la corte degli Estensi a Ferrara. Qui nacquero l’Orlando Innamorato (1495) di Boiardo, l’Orlando Furioso (1532) di Ariosto e la Gerusalemme Liberata (1581) di Tasso. I poemi, che prendono spunto dai cicli carolingio e arturiano, narrano di amori e di battaglie tra guerrieri cristiani e infedeli; elementi avventurosi e magici hanno ampio spazio. Il Morgante (1483) di Pulci e La secchia rapita (1624) di Tassoni sono poemi cavallereschi in chiave eroicomica. Il metro del poema cavalleresco è l’ottava.

Poemi mitologici ruotanti intorno al tema amoroso sono le Stanze (1494) di Poliziano, il Pastor Fido (1590) di Guarini e l’Adone (1623) di Marino che sviluppano il motivo arcadico-bucolico. Il poemetto Il Giorno (1801) di Parini riprende in chiave parodica il genere e ne sancisce il tramonto.

Links nel glossarioallegoriacaptatio benevolentiaecantoendecasillabolocus amoenusottavaproemiorimastrofaterzina.

Proposte di lettura:

  • Confrontare la metafora della rosa nelle ottave 14 e 15 della Gerusalemme Liberata di Tasso con quella delle ottave 156-160 nell’Adone di Marino.
  • Ricercare in rete il primo canto della Gerusalemme Liberata di Tasso e confrontare le prime quattro ottave con con le prime tre dell’Orlando Furioso.
  • Confrontare la descrizione di Simonetta nelle Stanze di Poliziano 43-47 con quella di Armida nell’ottava 18 e 23-24 della Gerusalemme Liberata di Tasso.

Fin dalle origini della letteratura italiana è usuale la combinazione di parole e musica, come nel caso della poesia religiosa (San Francesco).

Alcuni tipi di composizione poetica popolareggiante potevano essere tradizionalmente accompagnati dalla musica: la canzone a ballo o ballata, la canzonetta, l’ode canzonetta, lo strambotto. Il madrigale ha una grandissima fortuna nel ‘500 e ‘600: versi di poeti famosi (Tasso, Guarini) vengono accompagnati dalla musica di grandi compositori (Monteverdi, Gesualdo).

Nel teatro rinascimentale tra un atto e l’altro potevano esserci degli intermezzi musicali con canti e balli, per esempio nell’Orfeo (1480) di Poliziano.

Alla fine del ‘500 si sviluppa il melodramma: i centri della sua diffusione sono Firenze, Roma, Venezia, Napoli e la corte di Mantova. Il genere raggiunge l’apice nel ‘700 con Metastasio e Apostolo Zeno, alla corte di Vienna. Accanto a temi classici e storici si fa largo il genere del dramma giocoso opera buffa che culmina nella coppia Mozart/Da Ponte. Il testo letterario, scritto appositamente per l’opera in musica, viene chiamato libretto (qui informazioni e testi sui libretti d'opera). L’opera lirica, in cui la musica sembra prendere il sopravvento sulla parola, avrà massima fioritura nell’800.

Links nel glossariocanzonettamadrigalemelodrammarimastrofa.

La trattatistica in volgare si sviluppa parallelamente a quella in latino. Nel ‘400 e ‘500 c’è una fioritura del genere del dialogo che partendo dai modelli classici greci e latini giunge con Castiglione e Bembo a una sua originalità, diventando un genere frequentato fino al ‘700 e ‘800 (Leopardi). I temi della trattatistica vanno dalle regole sul comportamento sociale e politico alla discussione sulla questione dalla lingua, dalle questioni teologiche e filosofiche alla descrizione di eventi storici. Il primo trattato scientifico in italiano è il Dialogo sopra i massimi sistemi (1632) di Galileo. Nel corso del ‘700 la trattatistica in latino scompare per lasciar spazio all’italiano in tutti i campi del sapere.

Links nel glossarioaccusativo con l’infinitodialogoipotassiparatassiposposizione del verbocongiunzioni.

Proposte di lettura:

  • Confrontare le strutture dialogiche nei brani di Castiglione, Galileo e Leopardi.

Tra le opere scritte per il teatro assumono particolare rilievo nella letteratura italiana: commedia, commedia erudita, dramma pastorale, tragedia.

La commedia e la commedia erudita ebbero grande fioritura nel ‘500. Si ripresero trame e modelli della commedia latina (Bibbiena, Ariosto, Machiavelli). Parallelamente si sviluppò il teatro d’improvviso commedia dell’arte, a cui è legata anche la tradizione del teatro dialettale (Ruzante). Goldoni nel ‘700 riformò questa tradizione creando il cosiddetto teatro di carattere. La tradizione della commedia popolare si è conservata in varie forme fino ad oggi (Eduardo De Filippo, Dario Fo). Per quanto riguarda la produzione drammatica in generale nel ‘900, la figura centrale e di rinnovamento è quella di Luigi Pirandello.

Il dramma pastorale, di ambientazione bucolica e in versi, ebbe fortuna nel ‘500 (L’Aminta di Tasso e il Pastor Fido di Guarini).

A partire dalla metà del ‘500 si assiste ad un recupero della tragedia che culmina in Italia nel ‘700 nell’opera di Alfieri. I temi sono di carattere biblico, oppure storico come nell’800 in Manzoni. L’unico autore tragico di rilievo all’inizio del ‘900 fu D’Annunzio.

Per il melodramma si veda il percorso poesia e musica.

La tradizione novellistica in volgare si apre con il Novellino (circa 1300) e culmina nel Decameron (circa 1350) di Giovanni Boccaccio. Novelle comiche si alternano a novelle tragiche. Il genere novellistico, dopo la fioritura a Firenze nel ‘300, riprenderà vigore tra la fine del ‘400 e la metà del ’500. Tra gli autori più famosi ricordiamo: Masuccio Salernitano, Il Lasca, Aretino, Bandello, Giraldi Cinzio. All’inizio del `600: Basile raccoglie e rielabora fiabe popolari usande il dialetto napoletano. Il genere ha una nuova, importante stagione tra la fine dell’800 e l’inizio del `900: ricordiamo le novelle veriste di Verga e le novelle di Pirandello. In epoca moderna per la narrazione breve si parla piuttosto di racconti.

Links nel glossariocorniceparatassiipotassiposposizione del verbo.

Proposte di lettura:

Distinguiamo due tipi di scritture incentrate sulla narrazione di una vita: le vite di persone illustri e l’autobiografia. I modelli per la biografia sono da ricercarsi nella tradizione classica. Le vite di grandi uomini del passato (eroi, principi, filosofi) sono presentate ed offerte come esempio per i contemporanei. Boccaccio scrisse in latino De casibus virorum illustrum e De mulieribus claris (1361-2) su uomini e donne famosi. Si ricordino anche le agiografie medievali e i Fioretti sulla vita di San Francesco. L’artista fiorentino Giorgio Vasari scrive le Vite de’ più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani da Cimabue insino a’ tempi nostri (1550) che costituiscono ancora oggi una fonte preziosa di informazione e un modello di scrittura di biografia breve.

La Vita Nuova (1293) di Dante e il Secretum (circa 1350) di Petrarca sono, in senso lato, due esempi di autobiografia intellettuale e spirituale. I mercanti fiorentini del ‘400 lasciarono testimonianze, preziose anche per gli storici, della propria vita in ricordanzelibri di famiglia e lettere. Da citare i Ricordi (1537) dello storico Francesco Guicciardini. La prima autobiografia vera e propria si può considerare la Vita (circa 1560) dell’artista fiorentino Benvenuto Cellini. Il ‘700 fu particolarmente ricco di opere autobiografiche: oltre alla Vita scritta da sé medesimo di Vico (circa 1725) e alla Vita (1804) di Alfieri, ricordiamo le vite di tre veneziani: i Memoires (circa 1793) di Goldoni, l’Histoire de ma vie (1798) di Giacomo Casanova, entrambe scritte in francese, e le Memorie (1830) di Lorenzo Da Ponte. All’inizio del ‘900 Una Donna di Sibilla Aleramo è la prima testimonianza autobiografica di una moderna emancipazione femminile.

Links nel glossarioipotassiparatassicongiunzioni.

Proposte di lettura