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Anonimo, Il Novellino 89, 90, 82

89 *

Qui conta d'uno uomo di corte, che cominciò una novella che non venìa meno.

Brigata di cavalieri cenavano, una sera, in una gran casa fiorentina; ed avèavi un uomo di corte, il quale era grandissimo favellatore. Quando ebbero cenato, cominciò una novella, che non ne venia meno. Uno donzello della casa, che servia, e forse non era troppo satollo, lo chiamò per nome e disse: "Quelli che t' insegnò cotesta novella non la t'insegnò tutta." Et elli rispuose: "Perché no?" E que' disse: "Perché non t' insegnò l'arrestata." Onde quelli si vergognò e ristette.

90

Qui conta come lo 'mperadore Federigo uccise un suo falcone.

Lo 'mperadore Federigo andava una volta a falcone, e avèvane uno molto sovrano, che l' avea caro più c' una cittadeLasciollo a una grua. Quella montò alta; il falcone si mise, alto molto, sopra lei. Videsi sotto una guglia giovane: percossela a terra, e tanto la tenne che l'uccise. Lo 'mperadore corse, credendo che fosse una grua; trovò com' era. Allora con ira chiamò il giustiziere e comandò ch' al falcone fosse tagliato il capo perché avea morto lo suo signore.

82

Qui conta come la damigella di Scalot morì, per amore diLancialotto del Lac.

Una figliuola d'un grande varvassore  amò Lancialot del Lac, oltre misura; ma elli non le volle donare suo amore, imperciò che elli l'avea donato alla reina Ginevra. Tanto amò costei Lancialotto, ch'ella ne venne alla morte e comandò che, quando sua anima fosse partita dal corpo, che fosse arredata una ricca navicella coperta d' uno vermiglio sciamito, con uno ricco letto iv' entro, con ricche e nobili coverture di seta, ornato di ricche pietre preziose: e fosse il suo corpo messo in su questo letto, vestita di suoi piue nobili vestimenti e con bella corona in capo, ricca di molto oro e di molte care pietre, e con ricca cintura e borsa.

E in quella borsa avea una lettera, che era dello infrascritto tenore. Ma in prima diciamo di ciò, che va innanzi la lettera. La damigella morì di mal d' amore, e fu fatto di lei, ciò che disse. La navicella, sanza vela, e sanza remi e sanza neuno sopra saglientefue messa la detta nave colla donna in mare. Il mare la guidò a Camelot, e ristette alla riva. Il grido andò per la corte. I cavalieri e' baroni dismontarono de' palazzi, e lo nobile re Artù vi venne, e maravigliavasi forte, ch' era sanza niuna guida. Il Re entrò dentro: vide la damigella e l'arneseFe' aprire la borsa; trovaro quella lettera. Fecela leggere, e dicea così: "A tutti i cavalieri della Tavola ritonda manda salute questa damigella di Scalot, sì come alla migliore gente del mondo. E se voi volete sapere perch' io a mia fine sono venuta, si è per lo migliore cavaliere del mondo, e per lo più villano, cioè monsignore messer Lancialotto del Lac, ché già nol seppi tanto pregare d'amore ch' elli avesse di me mercede. E così, lassa, sono morta per ben amare, come voi potete vedere."

1 *
Le novelle sono sempre precedute da una “fronte” o rubrica che riassume il contenuto. Questo modo di introdurre la novella è mantenuto nella maggior parte delle raccolte di novelle della tradizione letteraria italiana, fino al ‘600. Questa novella fu ripresa da Boccaccio nella prima novella della sesta giornata.

2 conta
Si racconta.

3 uno
Un uomo; più avanti lo dove oggi avremmo ilarticolo.

4 non venia meno
Veniva, non veniva meno, non finiva mai; imperfetto indicativo.

5 Brigata
Una compagnia, un gruppo. V. anche in Boccaccio, i narratori del Decameron costituiscono “l’allegra brigata”.

6 aveavi
Vi aveva, c’era;enclisi pronominale e avere.

7 favellatore
Parlatore, favellare.

8 donzello
Ragazzo, gallicismi/ provenzalismi.

9 satollo
Sazio.

10 Quelli
Colui, dimostrativi.

11 la t'
Te la, invece dell’odierna sequenza dei pronomi doppi, dativo/accusativo, si usava nell’italiano antico la sequenza accusativo/dativo. Pronomi personali.

12 elli
Egli, pronomi personali.

13 rispuose
Rispose.

14 que'
Quei, quello, apocope. Si noti la coesistenza delle forme: quelli, quei/que’ per il maschile singolare.

15 arrestata
La fermata, non t’insegno la fine. È tipica per le novelle impostate sulla battuta arguta, sul motto di spirito, questa chiusura brusca.

16 Onde
Onde/donde. Nesso consecutivo molto usato nel Novellino, frequente e normale nella lingua letteraria in generale.

17 ristette
Si arrestò, interruppe la narrazione.

18 lo
Articolo.

19 'mperadore
Imperatore, aferesi e alternanza sorde/ sonore.

20 Federigo
Federico II di Svevia Hohenstaufen. L’imperatore è protagonista di diverse novelle della raccolta.

21 andava una volta a falcone
Una volta andava a caccia col falcone.

22 avevane
Ne aveva, enclisi pronominale.

23 sovrano
Regale, un bellissimo esemplare.

24 avea
Aveva, imperfetto indicativo.

25 c' 
Che, elisione, più di.

26 cittade
Città, con ancora il suffisso della radice latina (civitas, -atis); paragone iperbolico.

27 Lasciollo
Lo lasciò, enclisi pronominale, lo lanciò verso la gru, nel gesto tipico del falconiere che va a caccia.

28 grua
Gru, epitesi.

29 montò
Salí, voló alta in cielo.

30 aguglia
Aquila.

31 trovò com' era
Verificò come stavano veramente le cose e cioè che il falcone aveva ucciso l'aquilotto.

32 avea morto
Ucciso, transitivi/ intransitivi. La novella si può capire solo sapendo che l’aquila era il simbolo dell’impero. Il falcone, uccidendo l’aquila, aveva, agli occhi di Federico, ucciso il suo signore, allegoria.

33 damigella
Nobile fanciulla, provenzalismo.

34 Scalot
Camelot. La novella è ambientata alla corte di re Artù.

35 Lancialotto
Lancillotto, il più valoroso cavaliere della Tavola Rotonda.

36 varvassore
Valvassore, feudatario.

37
Così, molto.

38 elli
Egli, pronomi personali.

39 suo
Si notino i possessivi non preceduti da articolo.

40 imperciò che
Perché, congiunzioni.

41 reina
Regina, provenzalismo.

42 ne venne alla morte
Morì d'amore. Si veda anche più sotto: perch’io a mia fine sono venuta.

43 che
La ripetizione della congiunzione che è un tratto fiorentino che si trova almeno fino al '500.

44 sciamito
Tipo di tessuto pregiato, simile al velluto.

45 iv' 
Lì dentro, ivi/ quivi.

46 coverture
Coperture, dal francese antico; alternanza sorde/ sonore.

47 in su
Sopra.

48 piue
Più, epitesi.

49 care
Pietre di grande valore, preziose.

50 'nfrascritto tenore
Del contenuto seguente.

51 in prima
Prima di tutto.

52 ciò che v' ha innanzi
Ciò che è successo prima, avverbi di tempo. Vi ha equivale a c’è, avere.

53 sanza
Senza.

54 neuno
Nessuno, indefiniti.

55 soprasagliente
Salito sopra la nave, participio presente, francesismo.

56 Fue
fu, epitesi, fue è una forma che si estinse relativamente presto.

57 colla
Con la, forma sintetica di preposizione articolata.

58 Il grido andò per la corte
A corte si sparse subito la voce.

59 dismontarono
Scesero.

60 maravigliavasi forte
Si meravigliava molto che la navicella fosse senza guida. Forte, ricorre spesso come avverbio per esprimere intensità - fortemente, molto - frequente anche nel Decameron. Spesso è posposto a verbi che esprimono stupore, dolore.

61 arnese
L'apparato funebre allestito nella barca.

62 Fe'
Fece, fare.

63 trovaro
Trovarono, passato remoto.

64 manda salute
Saluta.

65 si è
È, pronomi riflessivi.

66 per
A causa di.

67 villano
Il più scortese; ironia.

68 nol
Nol/ no'l.

69 ch' elli avesse di me mercede
Che egli avesse pietà di me. Mercé e mercede sono frequenti nell’italiano letterario in locuzioni quali avere/chiedere mercé, essere alla mercé di qualcuno.

70 lassa
Lasso.