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Opera

Incaricato da Wolfgang Amedeus Mozart, dopo il comune successo ottenuto con Le nozze di Figaro, di scegliere un soggetto per una nuova opera, Lorenzo Da Ponte si rivolse a un soggetto con una lunga tradizione teatrale, quello, appunto, di Don Giovanni. La prima dell’opera venne rappresentata a Praga il 28 ottobre 1787 con straordinario successo. Il titolo completo riportato sul frontespizio è Don Giovanni, il dissoluto punito – dramma giocoso in due atti.

Vicenda: nel primo atto Don Giovanni cerca di sedurre Donna Anna e ne uccide il padre, il Commendatore, accorso in suo aiuto. Fuggito insieme al servitore Leporello, Don Giovanni (nella scena quarta qui presentata) viene scovato casualmente da Donna Elvira che non vuole accettarne il tradimento e lo cerca per vendicarsi. Don Giovanni riesce ancora una volta a sfuggirle, lasciandola con Leporello che le recita il catalogo delle imprese galanti del suo padrone. Nella scena seguente Don Giovanni si imbatte in un corteo nuziale di contadini e cerca di sedurre la sposa, Zerlina, organizzando una grande festa che viene però interrotta da Donna Elvira che mette in guardia la giovane contadina. Arrivano anche Donna Anna e il suo fidanzato Don Ottavio che chiedono a Don Giovanni di aiutarli a vendicare il Commendatore. Don Giovanni, incalzato da Donna Elvira, cerca di cavarsela affermando che è pazza, ma nel frattempo Donna Anna ha riconosciuto la sua voce come quella dell’omicida del padre. Durante una festa in maschera che si svolge nel suo palazzo, Don Giovanni viene accusato da Donna Anna e Don Ottavio di avere ucciso il Commendatore. Don Giovanni, allora, minacciato da più parti, convince Leporello a scambiarsi le parti e il travestimento riesce così bene che, mentre Leporello rischia di essere ammazzato, Don Giovanni riesce a ingannare e malmenare il furibondo fidanzato di Zerlina, Masetto. Don Giovanni e Leporello si ritrovano nel cimitero accanto alla statua del Commendatore, dove Don Giovanni se la ride di tutto ciò che è successo, ma è interrotto dalla voce tenebrosa della statua, di cui però non ha alcun timore, tanto che ordina a Leporello di invitarla a cena. La statua acconsente. A casa la statua chiede a Don Giovanni di pentirsi dei suoi misfatti e, quando questi rifiuta decisamente, lo lascia sprofondare nelle fiamme dell’inferno.

Edizione: il brano riportato è tratto da: Lorenzo Da Ponte, Memorie. I libretti mozartiani (Le nozze di Figaro, Don Giovanni,Così fan tutte), a cura di Giuseppe Armani, Milano, Garzanti 1976, nella trascrizione della biblioteca telematica liber liber.

Il testo del Don Giovanni si può leggere in rete anche consultando una pagina sulla figura di Don Giovanni. In rete si trovano anche informazioni sull'opera di Mozart.