Springe direkt zu Inhalt

Opera - Orfeo

Si ritiene che la Fabula di Orfeo sia stata scritta verso il 1475, nello stesso periodo in cui Poliziano compose le Stanze per la giostra. L’opera, composta da Poliziano nel giro di pochi giorni, su richiesta del cardinale Gonzaga, era destinata ad essere rappresentata, presumibilmente alla corte di Mantova. Il testo inizia come dramma pastorale e prosegue come favola mitologica; è stato definito fabula satirica.

Contenuto: Poliziano riprende il mito di Orfeo, a lui noto dalle Metamorfosi X di Ovidio e dalle Georgiche IV di Virgilio. Ad Orfeo è concesso di scendere agli Inferi per riportare sulla terra la moglie Euridice. La prima parte della Fabula, non presente nel mito originario, inizia come dramma pastorale: il pastore Aristeo è innamorato di Euridice e confessa il suo amore. Euridice, per sfuggirgli, corre via, viene morsa da un serpente e muore. Appresa la tragica notizia, Orfeo implora grazia presso Plutone. Questi, commosso dal suo canto, gli concede di strappare Euridice al regno dei morti ad una condizione: che Orfeo non si giri a guardare Euridice prima di essere uscito alla luce del sole. Purtroppo Orfeo non sa resistere alla tentazione e perde, questa volta per sempre, la sua sposa. La conclusione contiene un risvolto misogino: l’amore della donna porta alla rovina, ci si volga piuttosto all’amore efebico. Anche questo motivo Poliziano lo riprende dai classici (Ovidio, Metamorfosi X, e la sesta satira di Giovenale). Al contrario però dei classici l’Orfeo di Poliziano, conformemente all’occasione festosa per cui era stato scritto, si conclude allegramente, con un invito a bere e a godere. Il testo è uno dei primi testi teatrali umanistici.

La rappresentazione prevedeva un accompagnamento di musica, canto e danza. Dalle didascalie si deduce che Poliziano, nello scrivere l’Orfeo, aveva ben presente l’aspetto drammaturgico e musicale. Orfeo, il suonatore di cetra, è il mito per eccellenza in cui la poesia si sposa con la musica. La storia di Orfeo conobbe numerose realizzazioni musicali. Nel 1607 Claudio Monteverdi compose l’opera l’Orfeo, ispirata al testo di Poliziano, su libretto di Striggio.

Informazioni sull'Orfeo di Monteverdi: in italiano e in tedesco. Il testo di Poliziano si può qui confrontare con il libretto di Striggio.

Metrica: Il testo è polimetrico. Si susseguono endecasillabi, costituenti delle ottave, settenari, ma anche ottonari e novenari, prevalentemente in rima alternata: ABAB.

Note linguistiche: L’aggettivo possessivo indeclinabile è il tratto morfologico che più colpisce il lettore, si tratta di una caratteristica del fiorentino quattrocentesco. Tra le figure retoriche ricorrono le strutture parallele: dittologiaantitesi chiasmo, e le figure di iterazione, che sottolineano l’intreccio di versi, musica e canto costituente il testo.

Edizione: L’opera conobbe fin da subito vasta fortuna. L’editio princeps è del 1494, seguita da numerose riedizioni. L’edizione qui seguita è: Angelo Poliziano, Stanze, Orfeo, Rime, a cura di Davide Puccini, Garzanti, Milano 1992.

LinksQui la storia nelle sue varie realizzazioni letterarie e musicali.

Iconografiamacchina teatrale progettata da Leonardo per una rappresentazione dell'Orfeomito di Orfeo.