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Opera

Il Novelliere di Bandello si compone di 214 novelle pubblicate in tre libri usciti mentre l’autore era ancora in vita, più un quarto libro uscito postumo. Le novelle non sono legate da una cornice, come nel caso del Decameron di Boccaccio. Ci sono novelle di ambiente cortigiano, altre di ambientazione popolare. Ogni novella è preceduta da una lettera dedicatoria a nobili donne e uomini del tempo. Tra le novelle più famose ricordiamo quella di Giulietta e Romeo che fu ripresa da Shakespeare per il suo dramma. Nella prefazione Bandello dichiara il suo scopo: “affermo bene che per giovar altrui e dilettare le ho scritte”.

Note linguistiche: Nella medesima prefazione dice di non aver usato il fiorentino volgare, come Boccaccio, “non essendo io né fiorentino, né toscano ma lombardo“. E prosegue con una professione di modestia che segna nello stesso tempo un’emancipazione dalla preminenza del volgare toscano: “E se bene io non ho stile, che il confesso, mi sono assicurato a scrivere esse novelle dandomi a credere che l’istoria e cotesta sorte di novelle possa dilettare in qualunque lingua ella sia scritta”.

Comunque la lingua di Bandello si discosta dal toscano solo in singoli isolati lessemi o in leggere varianti morfologiche. Il periodare è connotato da un alto numero di frasi implicite con il gerundio, l'ordine sintattico presenta frequentemente l'anteposizione di coppie di aggettivi al sostantivo e la collocazione del verbo alla fine. Da notare, in questa novella, il ricorrere di superlativi assoluti (grandissimi principi) e di locuzioni indicanti unicità e superiorità: eccellente, largamente premiati.

Edizione: Matteo Bandello, Novelle, Mondadori, Milano 1943. Le edizioni moderne presentano spesso una scelta antologica.

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