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Angelo Poliziano, Stanze per la giostra di Giuliano de’ Medici, I, 33-54

Le stanze de messer Angelo Politiano cominciate per la giostra del Magnifico Giuliano di Piero de’ Medici furono scritte nel 1475 in occasione della vittoria in un torneo di Giuliano, fratello di Lorenzo, ucciso nella congiura dei Pazzi nel 1478. Il poemetto è inteso come poema encomiastico, atto cioè a celebrare la grandezza della casata dei Medici.

Contenuto: Esso illustra il percorso spirituale di Iulio che dalla spensieratezza dell’adolescenza giunge, attraverso l’esperienza amorosa, alla maturità. Elementi mitologici si combinano con evocazioni bucoliche. Nelle stanze qui scelte si presenta l’incontro di Iulio (=Giuliano) con la ninfa Simonetta (Simonetta Cattaneo, una fiorentina dell’epoca, moglie di Marco Vespucci, morta nel 1476). Numerosissime le citazioni, dirette ed indirette, dai classici latini, per esempio da Virgilio ed Ovidio, come pure dalla tradizione toscana in versi di Dante, Petrarca e Boccaccio.

Metrica: Le Stanze si compongono di un primo libro di 125 strofe e di un secondo libro interrotto alla strofa 46 per la sopravvenuta morte di Giuliano, protagonista del poemetto. Il metro seguito è l’ottava di versi endecasillabi. La rima è ABABABCC.

Note linguistiche: Alcune peculiarità ricorrono nel campo dei pronomi. Incontriamo il pronome atono d’uso toscano: il dativo li (=le, gli). Un tratto tipico del fiorentino quattrocentesco è l’uso dei possessivi senza l’articolo e spesso senza il rispetto della concordanza o indeclinabili: dalle suo ciglia, mia pensieri. Assai esteso l’uso dell’apocope. Numerose le figure retoriche di iterazione: a livello fonetico (allitterazioneconsonanza) e a livello sintattico (anaforaanadiplosi). Per quanto riguarda il lessico si noti la variazione sinonimica delle serie tipo: cavallo / destriero / corsiero, freccia / dardo / strale / quadrello, chioma / crine.

Edizione: L’edizione qui usata è quella riprodotta in liber liberPoesie italiane, a cura di Saverio Orlando, Rizzoli, B.U.R. 1988, che segue l’edizione critica di Pernicone (1954).

Linksinformazioni sull'opera e il contesto culturale.

Iconografia: Angelo Poliziano e Sandro Botticelli.